Equità di accesso dei canali distributivi:
il Documento di Consensus
SIFO-FOFI-Federfarma-Assofarm

Arturo Cavaliere

Presidente SIFO

L’accesso ai farmaci, strumentale al soddisfacimento del diritto alla salute, può essere considerato non solo come un diritto fondamentale dell’individuo, ma anche come un interesse della collettività (art. 32 della Costituzione Italiana).

Garantire l’equità di accesso a farmaci sicuri, efficaci e di qualità dovrebbe rappresentare un obiettivo primario delle politiche sanitarie di ogni nazione: i medicinali sono infatti fondamentali per la prevenzione e la cura delle patologie e conseguentemente per la tutela della salute collettiva di una comunità. Un sistema sanitario efficiente deve assicurare la disponibilità di medicinali che superino severi standard di sicurezza ed efficacia, al fine di consentire ai cittadini di ricevere cure appropriate e un accesso omogeneo ed equo per tutelare così il benessere dell’intera popolazione.

Equità di accesso nell’ambito del farmaco significa quindi anche trovare un equilibrio tra i canali distributivi attualmente attivi e autorizzati, analizzando la complessità di ogni singola categoria terapeutica associata al modello distributivo.

Tra i Documenti di Consesus presentati al XLIV Congresso nazionale SIFO, è stato pubblicato il Documento congiunto (scaricabile dal sito web SIFO), espresso dal Tavolo Tecnico per la revisione dei Canali Distributivi dei Farmaci, messo a punto da SIFO, FOFI, Federfarma e Assofarm con AIFA come organo tecnico, che rappresenta per la prima volta l’intera comunità dei farmacisti con l’obiettivo di fornire alle Istituzioni (Politica-Conferenza delle Regioni-AIFA), partendo da una visione complessiva degli attuali assetti e canali distributivi, criteri oggettivi e scientifici e di sostenibilità del SSN, in grado di determinare a monte:

le categorie di farmaci che verranno dispensati dai Servizi Farmaceutici Ospedalieri e Territoriali pubblici mediante la Distribuzione Diretta (DD);

le categorie di farmaci che dalla Distribuzione Diretta (DD) possono essere trasferite nella Distribuzione per Conto (DPC) delle Regioni per il tramite delle Farmacie di Comunità.

Per quanto riguarda invece il trasferimento dalla DPC alla convenzionata, il documento precisa che è necessario un approfondimento ulteriore ma, per individuare dei criteri condivisi, è necessario prima dare applicazione alla normativa di modifica della remunerazione delle farmacie, con il successivo cambio di flusso informativo utilizzato ai fini della rendicontazione della spesa farmaceutica dall’attuale sistema di rilevazione.

La finalità è stata quella di assicurare che i modelli organizzativi e distributivi possano finalmente garantire un’assistenza farmaceutica parte integrante dei LEA, omogenea e sostenibile per il SSN, orientata alla qualità, alla sicurezza e facilità di accesso alle cure presso l’intensività ospedaliera e all’interno di una nuova assistenza di prossimità sempre più capillare sul territorio mediante le Farmacie di Comunità.

Crediamo nel valore complessivo di questo documento per la revisione dei canali distributivi, perché è frutto di un lavoro meticoloso che si presenta come primo documento congiunto di categoria.

La sua integrale e auspicabile applicazione porterà sicuramente a una riforma utile a superare meglio alcune distorsioni della L. 405/2001 emerse anche nell’ambito dell’indagine conoscitiva presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati avviata a marzo 2022 in materia di distribuzione diretta, ma la sua maggiore valenza è l’aver individuato dei precisi criteri scientifici di omogeneità di assistenza e cura che porteranno a un accesso uniforme alle terapie su tutto il territorio.