Congresso 2021: la coesione di una comunità professionale e scientifica. Un grande successo

Arturo Cavaliere

Presidente SIFO sifosede@sifo.it

Difficile dire quali siano stati gli elementi più importanti del XLII Convegno nazionale SIFO, dedicato – come dichiarava il titolo “Il farmacista promotore e interprete del cambiamento, dall’emergenza alla pianificazione” – a identificare il ruolo del farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali nel ripensamento consapevole del SSN. Negli ultimi mesi abbiamo voluto con il nuovo Consiglio Direttivo riposizionare la nostra Professione in termini di centralità sanitaria, di autorevolezza nell’interlocuzione istituzionale con la partecipazione delle massime Istituzioni Politiche e Agenzie Regolatorie e di nuova attrattività professionale che non ci veniva riconosciuta da anni. Ciò che è accaduto a Roma durante il nostro evento annuale, registrando un successo davvero rilevante in termini di partecipazione, contenuti scientifici e ritorno mediatico, ha proprio confermato i nostri obiettivi, stimolandoci a “non mollare” sulla strada operativa ed associativa che ci siamo prefissati.

Ho parlato di successo: proviamo a comprendere le ragioni di questa affermazione.

Abbiamo avuto il privilegio di incontrare Papa Francesco. Un’udienza richiesta con mesi di anticipo, che è giunta all’interno di un percorso “umanistico-spirituale” non banale, per una professione che sa che l’etica è parte inscindibile di quel “prendersi cura” che è al centro di ogni professione sanitaria.

Un’udienza che rimarrà quindi nella storia della SIFO e nei cuori dei partecipanti, anche perché Papa Bergoglio ha descritto alla perfezione il nostro lavoro: “Possiamo vedere due aspetti significativi del lavoro del farmacista ospedaliero: la routine quotidiana e il servizio nascosto. Sono aspetti comuni a molti altri lavori, che richiedono pazienza, costanza e precisione, e che non hanno la gratificazione dell’apparire, hanno poca visibilità”.

Ecco: quella che probabilmente oggi è la massima autorità morale ha parlato di noi come di professionisti competenti, ma poco noti al cittadino, alla normale famiglia italiana. Ci siamo sentiti accolti, descritti e spronati.

Il Congresso allora subito dopo ha preso corpo, dopo mesi di duro lavoro organizzativo e scientifico, prendendo in  carico le parole del Papa: fare emergere il nostro ruolo, la nostra dedizione ai pazienti ed al SSN, il coraggio infaticabile con cui abbiamo affrontato il periodo pandemico, l’acume con cui stiamo avanzando proposte che riguardano le misure comprese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR, le collaborazioni sempre più mirate con le Agenzie e gli Istituti che centralmente governano la Sanità italiana. Per dar corpo a questi obiettivi circa duemila colleghi – più i relatori, i colleghi di altre società scientifiche, il mondo politico, i partner, i giornalisti da tutta Italia – hanno attivamente partecipato alle nostre sessioni con il palpabile desiderio di esserci e di spingere tutti insieme verso l’obiettivo comune: portare il SSN verso una nuova fase, fatta di innovazione, qualità ed equità. E questo significa aver messo in primo piano proposte SIFO sui farmaci innovativi, sull’oncologia mutazionale, sulle terapie digitali, sull’home delivery, sulla continuità assistenziale, sui medical device. Perché ho affermato che il Congresso 2021 è stato un successo? La risposta forse è semplice: ci siamo sentiti una comunità professionale unita e convinta, questo è quanto è accaduto a Roma. E visto che tra qualche mese festeggeremo insieme i 70 anni dalla fondazione di SIFO, vorrei concludere dicendo: da qui si riparte, dallessere comunità nel nostro quotidiano. Esattamente quel sentimento di coesione necessaria e importante da cui erano partiti nel 1952 i colleghi che hanno voluto dar vita alla nostra società scientifica.