European Week of Biotechnologies.
Malattie autoimmuni: le biotecnologie al servizio della persona

Daniela Scala

Area SIFO Informazione Scientifica, Educazione e Informazione Sanitaria

L’Area Informazione “Scientifica, Educazione e Informazione Sanitaria” della SIFO ha partecipato anche quest’anno all’European Week of Biotechnologies, un evento in materia di farmaci biotecnoogici.

La Biotech Week nasce in Canada, circa dieci anni fa, e arriva in Europa nel 2013, in occasione del 60° anniversario della scoperta della struttura del DNA; tale iniziativa, è stata poi promossa in Italia, da Assobiotec, un’associazione nazionale di Federchimica, per lo sviluppo delle biotecnologie.

I farmaci biologici, ottenuti tramite specifici “procedimenti biotecnologici” che sfruttano la tecnologia del DNA ricombinante, sono molecole ad azione mirata, che come tali garantiscono maggiore tollerabilità e vantaggi per il paziente. Tra i principali medicinali biotech, si considerino alcune molecole antitumorali, molecole per la cura del diabete, molecole impiegate nel trattamento di malattie autoimmuni (l’artrite reumatoide), o per trattare difetti della coagulazione.

Il 26 settembre 2018, l’ Area “Scientifica, Educazione e Informazione Sanitaria” della SIFO, in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II e con l’AORN “A. Cardarelli” di Napoli, ha organizzato un evento dal titolo “Malattie autoimmuni: le biotecnologie al servizio della persona”, con il duplice obiettivo, quale quello di integrare l’aspetto “tecnico/scientifico” delle biotecnologie, con quello “umano”. Lo scopo ultimo, è quello di rivalutare e valorizzare la relazione tra professionista della salute e paziente, attraverso la Medicina Narrativa.

L’evento è stato inaugurato da una breve introduzione del Direttore del Dipartimento di Farmacia, Ettore Novellino, che illustrate le tappe storiche dell’evoluzione del farmaco fino all’impiego in terapia dei farmaci biologici e biotecnologici, ha poi introdotto i lavori della giornata.

Il primo relatore, il Dott. Romualdo Russo, responsabile della UOSS di Reumatologia del Cardarelli ha incentrato il suo intervento, dal taglio clinico, su quelle malattie reumatiche sistemiche, che negli ultimi anni hanno potuto godere degli evidenti vantaggi dei nuovi farmaci biotecnologici. In particolare il dott. Russo si è soffermato sull’analizzare l’impatto delle nuove molecole biotecnologiche su:

artriti croniche primarie (artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante), che in Italia, hanno un impatto epidemiologico dell’1,5%;

connettiviti (malattie autoimmuni sistemiche), ed in particolare sul Lupus eritematoso sistemico;

vasculiti (malattie infiammatorie, che interessano soprattutto i vasi arteriosi).

La seconda relazione esposta dal Dott. Gaspare Gugliemi, Direttore della Farmacia del Cardarelli, e dalla sua collaboratrice, la dott.ssa Daniela Iovine, ha analizzato la tematica dal un punto di vista della terapia farmacologica con biotecnologici. In particolare, dal Dott. Gugliemi, è stato fornito un quadro generale in materia dei suddetti farmaci, e sono state inoltre evidenziate le più importanti differenze rispetto ai farmaci “tradizionali” (diverso PM, complessità strutturale, stabilità del prodotto finale). La Dott.ssa Iovine invece, ha focalizzato l’attenzione sui biosimilari che così come i “farmaci generici” possono essere prodotti e commercializzati solo dopo la scadenza brevettuale dei biotecnologici. Un farmaco biosimilare è una versione “alternativa” di un farmaco biologico già autorizzato per uso clinico (detto “farmaco originatore”) al quale sia analogo per caratteristiche fisico-chimiche, efficacia clinica e sicurezza sulla base di studi di comparabilità. I biosimilari, tuttavia, si ottengono per mezzo di un processo biotecnologico che presenta nelle diverse fasi di sviluppo, un certo grado di variabilità tale per cui la molecola non risulta essere una copia esatta del prodotto originale, ma una sua riproduzione.

Infine il terzo relatore, la Dott.ssa Enrica Menditto, ricercatore del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione (CIRFF), ha inquadrato la tematica da un punto di vista farmacoeconomico, facendo luce sul concetto di costo-efficacia dei farmaci biosimilari. In particolare è stata evidenziata l’opportunità data dai biosimilari per lo sviluppo di un mercato dei biologici competitivo e concorrenziale, necessario alla sostenibilità del servizio sanitario e delle terapie innovative.

Dopo una panoramica “tecnico-scientifica”, ha fatto seguito la sezione dedicata allo spazio “umanistico”, con una breve introduzione, sulla Medicina Narrativa, della Dott.ssa Daniela Scala, coordinatrice dell’area Informazione Scientifica Educazione e Informazione Sanitaria della SIFO.




Secondo le “Linee di indirizzo per l’utilizzo della medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale, per le malattie rare e cronico-degenerative” dell’Istituto Superiore di Sanità, la Medicina Narrativa (NBM) si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) e, tenendo conto della pluralità delle prospettive, rende le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate. “Il fine è la co-costruzione di un percorso di cura personalizzato e condiviso (storia di cura)”. La co-costruzione della storia di cura è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nelle scelte. Le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura e come tali più aderenti al trattamentoLa giornata si è conclusa con il contributo di Maddalena Pelagalli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR). L’obiettivo principale dell’Associazione è quello di impegnarsi affinché tali patologie trovino la giusta attenzione. Purtroppo infatti, le patologie reumatiche, sono ancora oggi poco riconosciute a livello sociale.

30 i partecipanti all’evento, tra studenti di farmacia, farmacisti, specializzandi e specializzati, ai quali è stata data l’opportunità di calarsi “nelle mani” dei pazienti affetti da tali patologie, grazie all’uso di un “guanto esperienziale” che consente a chi l’indossa di percepire in prima persona, le difficoltà che questi pazienti incontrano, nel compiere le più comuni operazioni quotidiane; i partecipanti sono stai invitati, subito dopo, a scrivere “a caldo”, in un esercizio di medicina narrativa, le emozioni/sensazioni sperimentate. L’evento/laboratorio si è concluso con la condivisione degli scritti: “gabbia” e “frustrazione”, queste le sensazioni comuni.

Un ringraziamento speciale al Prof. Novellino per il prezioso contributo scientifico e la squisita ospitalità.