Caso bevacizumab-ranibizumab

Barbara Meini, Silvano Giorgi

meini8@interfree.it

s.giorgi@ao-siena.toscana.it

Prendiamo spunto da uno degli articoli pubblicati in questo numero per fare, come al solito, alcune considerazioni.

Caso bevacizumab-ranibizumab l’articolo dimostra ancora una volta, su un campione significativo di pazienti, come l’utilizzo di bevacizumab possa rappresentare una buona scelta nella terapia della DMS, sia dal punto di vista clinico sia economico. Fra l’altro l’allestimento, di nostra esclusiva competenza, innalza il valore aggiunto dei centri compounding. Centri che devono lavorare secondo sistema SAQ e possibilmente essere certificati. Questo a garanzia della qualità del prodotto finale e per mettere al riparo il farmacista da possibili contestazioni in caso di infezione oculare. Va infatti considerato che oltre al frazionamento del farmaco, un’operazione ad alto rischio infettivo è rappresentata dalla procedura di somministrazione. Quindi operiamo secondo quanto previsto dalla FU vigente, con procedure di allestimento convalidate, se possibile certifichiamo i nostri centri e facciamo in modo che la nostra responsabilità termini alla porta della sala operatoria, distribuendo così in maniera chiara le responsabilità dei vari attori coinvolti nel percorso di richiesta, allestimento e somministrazione del farmaco.

Buona lettura.