Le sfide del prossimo futuro
Giuseppe Ostino

Tempo di elezioni e di programmi, non solo per la politica, anche per la SIFO. Sì, perché la nostra Società ha una tradizione che prevede che il nuovo CD, una volta insediato, provveda a stilare un programma delle attività per il quadriennio a venire, sulla realizzazione del quale dovrà relazionare ai soci in occasione delle assemblee annuali e, strada facendo, al Consiglio Nazionale. Consuetudine rara tra le società consorelle europee, che sicuramente ha contribuito alla crescita professionale della SIFO, perché costringe ad attentamente valutare prima di scegliere, a progettare prima di fare.
Chi avesse voglia di rileggersi i programmi dei quadrienni passati, a partire dal 1976, noterebbe come le tematiche, via via evidenziate, siano mutate di programma in programma, nella ricerca di una costante risposta alle nuove problematiche. Così anche per il prossimo quadriennio si tratterà di individuare, tra i progetti già evidenziati e nuovi, quelli ai quali dare priorità.
Mettendomi dal punto di vista del Bollettino, che è allo stesso tempo quello di un osservatore molto interno rispetto alla storia e molto esterno rispetto ai processi decisionali della Società, si devono registrare almeno quattro aree che risulteranno centrali nella riflessione e nella programmazione che ci aspetta.
1. Centralità-decentramento
È, inevitabilmente, anche se non nuovo, il punto più critico, per la ben nota variabilità delle situazioni istituzionali, politiche, organizzative. La necessità di garantire un coordinamento, pur di fronte a realtà diverse, si evidenzia specificamente di fronte al decentramento regionale. Le scelte strategiche vengono effettuate di concerto tra Stato e Regioni, ma la realizzazione avviene a livello delle singole regioni.
I periodici incontri tra il CD e i Segretari Regionali già mimano in ambito SIFO questa realtà. Occorre però che ora si rafforzi la presenza regionale, perché là avvengono le attuazioni pratiche1.
Abbiamo avuto modo di notare quanto ampia e diversificata possa essere l’applicazione di disposizioni legislative tra Regione e Regione. Basti l’esempio delle differenze attuative della legge 405/1 rilevate nelle varie Regioni e dettagliatamente illustrata in questa rivista2.
Come potenziare e qualificare sempre più questa presenza a livello regionale?
È importante rilevare che uno dei punti più volte sollevato nel dibattito culturale (e istituzionale) in occasione degli ultimi Congressi è quello della necessità e della possibilità di lavorare in questo campo da una posizione non di “attesa”, di qualcosa che dovrebbe venire da altrove, ma con un atteggiamento di proposizione-azione.
Seguendo e sviluppando promettenti iniziative di collaborazione interregionali nel campo della ricerca, la SIFO potrebbe senz’altro essere in grado di produrre “conoscenze basate su dati”, e non solo su affermazioni, che ne farebbero un interlocutore particolarmente qualificato, sia culturalmente che politicamente, delle istituzioni (v. Congresso SIFO, Napoli 2008).
2. Innovazione vs gestione
La possibile rilevanza di un impegno della SIFO in questa direzione mi sembra possa essere riconosciuta anche nell’intervento di Nello Martini al Congresso di Rimini, riprodotto integralmente nell’ultimo numero del Bollettino3 e del quale è opportuno perciò ricordare solo alcune linee, come un invito a leggere tutto il testo: “[…] se dobbiamo combinare sostenibilità e innovazione dobbiamo trovare un trade-off tra le due variabili e considerare il farmaco non solo come un elemento di spesa, ma anche frutto della ricerca, dell’innovatività, degli investimenti in R & S […]. Invito la SIFO a riflettere su tutto ciò e a dotarsi di documenti programmatici e di strumenti metodologici che tengano conto di una eventuale, possibile, nuova piattaforma e di un eventuale, possibile nuovo progetto […]. Spero e mi auguro che la SIFO condivida il nuovo progetto e ne sia protagonista”.
Un cambiamento di direttivo è sempre un periodo “critico”, specie quando i cambiamenti, per tante ragioni, sono stati importanti, per le persone, e la loro collocazione geografica e istituzionale. Non ci si può che augurare che la nuova direzione interpreti la criticità nel suo aspetto “positivo”, di potenzialità aperte, di programmazioni concrete, mettendo a massimo frutto le tante espressioni di lavoro in rete, il ruolo del Centro Studi, la varietà e specificità delle competenze disponibili sia a livello ospedaliero (v. ad es. i grandi, e permanenti, temi di oncologia e dei dispositivi), sia a livello territoriale. La sfida del progetto di Martini di combinare sostenibilità e innovazione può essere vinta.
3. Nuovo ordinamento delle Scuole di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera (SSFO)
Una particolare attenzione andrà sicuramente posta al contributo che la SIFO è chiamata a svolgere nella corretta attuazione del nuovo ordinamento delle SSFO, già a partire dall’anno 2008-09. Infatti, tra le tante novità previste spicca il coinvolgimento delle Aziende Sanitarie nello svolgimento del Tirocinio Pratico (TP), che rappresenterà una parte considerevole (circa il 70%) del totale delle ore di insegnamento e che dovrà essere svolto nei Servizi Farmaceutici Ospedalieri e Territoriali (SFOeT), ubicati nelle stesse.
Si tratta di un cambiamento di tutto rilievo per le straordinarie conseguenze che potranno derivarne. Ma il cambiamento avverrà se ci sarà un TP di alto profilo e ciò dipenderà dalle attività svolte dai SFOeT e, di conseguenza, da che cosa gli specializzandi apprenderanno, perché l’obiettivo dovrà essere una formazione completa, consona alle esigenze attuali, aperta e attenta a prevedere i futuri cambiamenti. Solo così facendo si potranno avere da subito, cioè dal loro inserimento nelle strutture, dei colleghi in grado di svolgere tutte le attività che sono richieste a un moderno e qualificato SFOeT. Poiché la posta in gioco è molto alta ed è offerta per la prima volta alla categoria, bisognerà coglierla al volo e rapidamente attivarsi per formare e coordinare i colleghi che avranno il compito di tutors4, evitando una formazione a macchia di leopardo.
Due incontri con i Direttori delle SSFO e con i Segretari Regionali, tenutisi nello scorso anno, in cui sono illustrati e definiti i rispettivi compiti, consentono di passare alla fase operativa. Si tratta di uno degli aspetti che più debbono stare a cuore a una società scientifica: una formazione omogenea e di qualità delle future generazioni.
4. Cooperazione e solidarietà
Un altro punto del Documento Programmatico 2004-08 che, proprio sul finire del mandato quadriennale, ha iniziato a prendere corpo è quello relativo ai Progetti di Cooperazione e Solidarietà5. Da tempo diversi colleghi in modo episodico e in risposta a proposte provenienti da organizzazioni pubbliche e private  danno il loro contributo professionale a progetti di solidarietà in ambito internazionale. Ma ora, per la prima volta nella storia della SIFO, questo tema è stato inserito nel programma del XXVIII Congresso della Società con una sessione dal titolo: “Accesso ai farmaci nei PVS”. L’alta partecipazione di colleghi è stata la conferma di quanto sia diffuso l’interesse all’argomento e della disponibilità a iniziative sia in Italia che all’estero. Interesse confermato in occasione della riunione tenutasi a Milano il 25 gennaio scorso. Già si stanno creando le premesse per l’attivazione di forme di collaborazione con associazioni mediche di volontariato dove le competenze dei farmacisti ospedalieri e territoriali potranno rivelarsi preziose e di comune interesse. Non va, infatti, tra l’altro dimenticato che è ormai dimostrato come esperienze condotte in contesti più critici abbiano sempre fatto crescere la capacità professionale e manageriale degli operatori.
5. Confronto e integrazione con la realtà europea e
internazionale
Dal 1952, anno di fondazione della Società, non è mai venuta meno l’attenzione a ricercare contatti con Società consorelle europee, tanto che la SIFO e i farmacisti ospedalieri italiani sono stati tra i fondatori della European Association of Hospital Pharmacists (EAHP) e della European Society of Clinical Pharmacy (ESCP). Questa presenza dovrebbe essere non solo mantenuta, ma potenziata, considerato che la farmacia ospedaliera e territoriale italiana ha sì molto ricevuto da questo costante contatto con realtà diverse, ma ha portato contributi originali che hanno stimolato, tra l’altro, la realizzazione di ricerche multicentriche comuni tra diversi Paesi, nell’ottica della creazione di una rete di collaborazione internazionale.

Se si avrà cura di realizzare i progetti sopra descritti quella visibilità da tanti sognata sarà garantita per il presente e per il futuro perché il farmacista che opera nel SSN si verrà a trovare, non solo in Italia, al crocevia dei processi decisionali che governano la gestione del farmaco.
Bibliografia
1. Documento programmatico 2004-08, Punto 11. La specificità delle Regioni.
2. Boll. SIFO, n.1-2-3-4-5-6/2002 e n. 1/2003.
3. Boll. SIFO, n. 6/2007.
4. Documento programmatico 2004-08, Punto 12. Formazione professionale.
5. Documento programmatico 2004-08, Punto 10. I progetti di cooperazione, sviluppo, solidarietà.