Albo Soci 25-34 anni


A cura di Andrea Pasquale
Componente CURE SIFO



In un mondo completamente globalizzato dove le nozioni tecniche sono di facile reperimento vige ancora la necessità che ogni singola vita professionale ci debba essere raccontata dai protagonisti che sono in grado di metterla in relazione ai tempi, sono in grado di tracciarne l’evoluzione e ne sanno trarre le basi per un orientamento futuro.
Nell’ottica della realizzazione di un racconto formativo si è pensato di proporre ai colleghi che hanno maturato un’esperienza dai 25 ai 34 in SIFO una serie di domande con lo scopo di, oltre a soddisfare la nostra curiosità, sfruttarle come spie e suggerimenti sia per la crescita professionale che scientifica della nostra Società e di quanti individualmente si appresteranno alla lettura, definendo possibili ambiti e linee di approfondimento culturale.
Va ai cari colleghi che spontaneamente hanno accolto l’invito il nostro sincero ringraziamento per essersi prestati a questo “interrogatorio”, piccolo e non esaustivo ma estremamente prezioso.


Giovanni Bologna
Direttore Farmacia Ospedaliera
Ausl Piacenza
E-mail: g.bologna@ausl.pc.it


Quali attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale?

Corsi e stage formativi per il Farmacista figura professionale unica con un unico corso di Laurea e unica specializzazione; corsi di farmacocinetica; logistica integrata; il Farmacista dirigente: ruoli e competenze.


Come vedi l’evoluzione della nostra Società e su quali argomenti ritieni si debba impegnare maggiormente in ambito pubblico, rapporto con le istituzioni ed enti regolatori, nel prossimo futuro?

La SIFO deve essere sempre più radicata nelle realtà del SSN con le eccellenze che non si auto gratificano tra loro, ma fanno da traino al miglioramento complessivo del Farmacista ospedaliero.


Qual è il ricordo più significativo nella tua vita professionale legato alla Società? (congresso, corsi di aggiornamento, attività di collaborazione)

L’esperienza che tramite la Borsa di studio SIFO ho potuto vivere all’estero.


Vista anche l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e territoriale cosa ritieni utile suggerire ai giovani iscritti?

Studiare, studiare, studiare. Determinazione ed esperienza all’estero.


Quale tema dei congressi annuali ritieni possa essere reiterato o ulteriormente approfondito nel corso di incontri o corsi specifici?

La Pharmaceutical Care come occasione di integrazione di competenze professionali, cliniche, di ricerca, logistiche e gestionali; NO a separazione tra Farmacisti ospedalieri, clinici e territoriali. Il ruolo del Farmacista nelle sperimentazioni cliniche.



Cavallaro Antonio
Dirigente Farmacista
ASL Napoli 2 Nord
E-mail: ant.cavallaro@libero.it


Quali attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale? attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale?

La continuità assistenziale Ospedale-Territorio.


Come vedi l’evoluzione della nostra Società e su quali argomenti ritieni si debba impegnare maggiormente in ambito pubblico, rapporto con le istituzioni ed enti regolatori, nel prossimo futuro?

La Società Scientifica SIFO è cresciuta nei contenuti scientifici sia a livello Nazionale che Internazionale mettendo il Farmacista Ospedaliero e Territoriale in primissimo piano, la cui presenza diventa sempre più indispensabile. Nel prossimo futuro ritengo che gli argomenti che ci debbano impegnare maggiormente siano: Farmacia clinica, Galenica clinica, Oncologia, Farmacista di dipartimento, Biotecnologie, ed avere un impegno continuo con le istituzioni: Ministero della Salute, AIFA, Regioni, Università e le ASL.


Qual è il ricordo più significativo nella tua vita professionale legato alla Società?(congresso, corsi di aggiornamento, attività di collaborazione)

Il congresso Nazionale SIFO organizzato a Napoli nell’anno 2008 in cui sono stato componente del Comitato Organizzatore. E la premiazione del mio poster sui Farmaci Biosimilari presentato al congresso SIFO di Bari 11-14 Ottobre 2012.


Vista anche l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e territoriale cosa ritieni utile suggerire ai giovani iscritti?

Continuare l’aggiornamento professionale, proporsi nella vita professionale alle attività della SIFO, mantenere contatti con gli iscritti per un confronto, cercare consigli dagli iscritti più anziani e la partecipazione a concorsi anche fuori dalla propria Regione.


Quale tema dei congressi annuali ritieni possa essere reiterato o ulteriormente approfondito nel corso di incontri o corsi specifici?

Nuovi sistemi informativi AIFA e adempimenti relativi ai registri, Biotecnologie, Rischio clinico, Farmacoeconomia e HTA.



Rosamaria Congedo
Direttore U.O.C. Farmacia Ospedaliera
Azienda ULSS n.17 Veneto
E-mail: congedor@gmail.com


Quali attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale?

I corsi residenziali di aggiornamento hanno sempre rappresentato un momento, oltre che di approfondimento su specifiche tematiche, anche di conoscenza/ incontro/confronto tra colleghi, per cui punterei su questo tipo di attività per l’aggiornamento dei giovani soci. Riproporrei temi che devono continuare a far parte delle nostre attività principali (come l’informazione, la ricerca clinica, la farmacoepidemiologia, la gestione dei Prontuari, la vigilanza, la prevenzione degli errori di terapia), al fine di evitare che, in momenti di crisi economica, i farmacisti si concentrino solo su attività per il contenimento della spesa, invece di investire sulla razionalizzazione della spesa e sulla sicurezza. Inoltre riproporrei il concetto di “rete”, su cui si sono basate molte iniziative della SIFO in ambito sia nazionale sia regionale, con avvio di progetti di ricerca attuati tramite gruppi di lavoro. Penso che sia utile riaffermare l’importanza per il farmacista di lavorare regolarmente in gruppo, portando avanti idee/progetti con altri colleghi della stessa regione e/o di altre regioni; in tal modo, il confronto e l’unione delle forze possono permettere il raggiungimento di importanti obiettivi e la crescita professionale dei singoli.


Come vedi l’evoluzione della nostra Società e su quali argomenti ritieni si debba impegnare maggiormente in ambito pubblico, rapporto con le istituzioni ed enti regolatori, nel prossimo futuro?

La SIFO deve vivere sì nel presente, ma cercando di anticipare il futuro; penso, infatti, che una Società professionale debba lavorare cercando di individuare quelle che potrebbero essere le attività del domani, lanciando quindi nuove sfide e stimolando così i propri iscritti ad impegnarsi in nuovi ambiti. Ritengo importante evidenziare sempre e ovunque le potenzialità del farmacista, cioè il ruolo che è in grado di svolgere, all’interno di una struttura sanitaria e soprattutto l’utilità nel contatto quotidiano con altri professionisti; il farmacista presente regolarmente nei reparti ospedalieri deve diventare una realtà e non rappresentare solo un’esperienza isolata effettuata da alcuni colleghi.


Qual è il ricordo più significativo nella tua vita professionale legato alla Società?(congresso, corsi di aggiornamento, attività di collaborazione)

Sicuramente i ricordi maggiori sono legati a tre momenti:
• La partecipazione nel 1987 al mio primo Congresso Nazionale a Rimini: partii in auto con un altro collega la mattina prestissimo per risparmiare una notte in albergo, mi pagai le spese d’iscrizione e di pernottamento, ma fui felice di poter respirare un’aria professionalmente appagante e di ricevere mille stimoli per la mia attività.
• La partecipazione nel 1991 al Congresso Nazionale a Cagliari, che ritengo uno dei più importanti Congressi della SIFO, in quanto penso abbia segnato una svolta rispetto ai precedenti: furono infatti presentati i contributi di tantissimi colleghi, sia come comunicazioni sia come poster, favorendo così lo scambio di esperienze. Alla fine del Congresso mi sono sentita arricchita professionalmente e facente parte di una rete di farmacisti che si stendeva sull’intero territorio nazionale e che condivideva una forte progettualità.
• La nomina a Delegato Regionale nel 1992, che mi ha permesso di collaborare attivamente con i colleghi della mia Regione, con altri Delegati Regionali e di proporre idee/iniziative anche all’interno del Consiglio Direttivo SIFO. Questa esperienza mi ha fatto crescere molto sul piano professionale grazie al lavoro che ho svolto a stretto contatto con colleghi che erano più esperti di me.


Vista anche l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e territoriale cosa ritieni utile suggerire ai giovani iscritti?

Il mio suggerimento è semplice: non abbattersi davanti agli ostacoli che troveranno lungo il percorso lavorativo, impegnarsi nello svolgimento delle attività tenendosi sempre aggiornati, non cadere nell’errore di essere solo dei distributori di farmaci e infine guardarsi intorno, nella propria Azienda, per trovare nuovi ambiti in cui poter dare un contributo e affermare così la rilevanza del farmacista.


Quale tema dei congressi annuali ritieni possa essere reiterato o ulteriormente approfondito nel corso di incontri o corsi specifici?

Approfondirei alcune tematiche che coinvolgono tutti i dirigenti farmacisti, come la responsabilità giuridica del farmacista, il problem solving, la condivisione delle decisioni, la comunicazione efficace.



Ignazia Poidomani
Direttore U.O.C. Farmaceutica Territoriale
ASP Ragusa
E-mail: i.poidomani@live.it


Quali attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale?

La SIFO è stata sempre una grande Società scientifica proiettata nel futuro, il passato è già dentro il presente e il futuro. Non vanno riscoperte attività del passato, ma proiettarsi sempre più nel futuro e lasciare spazio alle proposte nuove e attuali dei giovani soci che vanno guidati con la saggezza dei tanti anni di esperienza.


Come vedi l’evoluzione della nostra Società e su quali argomenti ritieni si debba impegnare maggiormente in ambito pubblico, rapporto con le istituzioni ed enti regolatori, nel prossimo futuro?

Vedo la nostra società evolversi nel tempo a 360°, penso tuttavia che si dovrebbe impegnare maggiormente nella politica, intendendo il termine “politica” nella sua originaria accezione, cioè di interesse per la “polis”, per la città e per i cittadini. Sicuramente deve essere anche più vicina alle istituzioni, agli enti regolatori, alle società scientifiche dei paesi europei ed extraeuropei.


Qual è il ricordo più significativo nella tua vita professionale legato alla Società? (congresso, corsi di aggiornamento, attività di collaborazione)

Ho conosciuto la SIFO dall’editoria. Attraverso alcuni numeri del Bollettino SIFO ho preparato la mia tesi di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera, ho apprezzato subito la Società scientifica e mi sono iscritta a SIFO.
Ho un bellissimo ricordo del primo Congresso SIFO cui ho partecipato.


Vista anche l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e territoriale cosa ritieni utile suggerire ai giovani iscritti?

Ai giovani soci suggerisco di guardarsi sempre intorno per scoprire dove occorre la presenza della figura del farmacista e dare il proprio contributo per migliorare l’assistenza farmaceutica sia ospedaliera sia territoriale. Inoltre ritengo molto utile stare vicini al mondo accademico che rischia di basarsi sulla teoria anziché sulla pratica clinica. Penserei per il futuro a diversificare la specializzazione con più indirizzi, i compiti del farmacista del SSN sono innumerevoli e il farmacista ospedaliero non può essere un tuttologo, occorre diversificare le specializzazioni.


Quale tema dei congressi annuali ritieni possa essere reiterato o ulteriormente approfondito nel corso di incontri o corsi specifici?

Darei più peso alla figura del farmacista nella deospedalizzazione e nella integrazione Ospedale-Territorio. Ci sono esperienze sparse qua e là in Italia ma c’è molta confusione, occorrerebbe cominciare a codificare comportamenti e stilare procedure. Dei corsi specifici potrebbero essere fatti su questi temi e sulla riconciliazione terapeutica.



Mariateresa Viganò
Direttore USC Farmacia
A.O. “G. Salvini”
mvigano@aogarbagnate.lombardia.it


Quali attività, portate avanti in passato dalla Società, ritieni possano essere riproposte ai giovani soci al fine della loro crescita professionale?

Credo che alla base di una crescita professionale idonea del giovane collega debba esservi un continuo aggiornamento alle tematiche innovative della nostra professione, in particolare nel campo dei farmaci biotech nonché dei dispositivi medico-chirurgici, argomenti praticamente ignorati dai corsi di laurea nonché non particolarmente approfonditi in sede di scuola di specializzazione. Ciò che ritengo importante è oltretutto l’accessibilità a tali corsi da parte del giovane: eccessivi costi, disponibilità affatto conciliabili con obblighi lavorativi nonché spostamenti troppo farraginosi rischierebbero (come accade il più delle volte) di non stimolare il collega a prendervi parte. In sostanza, quindi, snellirei anche la “macchina organizzativa” con cui SIFO organizza tali eventi.


Come vedi l’evoluzione della nostra Società e su quali argomenti ritieni si debba impegnare maggiormente in ambito pubblico, rapporto con le istituzioni ed enti regolatori, nel prossimo futuro?

Purtroppo la nostra professione inizia ad essere piuttosto di “nicchia” rispetto al “cosmo” farmacia di cui facciamo parte. Le continue divergenze tra noi colleghi ospedalieri (non ultima la creazione di una società scientifica parallela alla SIFO) non aiutano certo a creare quelle condizioni che sono basilari per la crescita organizzativa e scientifica della nostra Società di categoria. Credo sia importante, innanzitutto, ritrovare compattezza tra tutti noi colleghi in termini di reale unità di intenti e condivisione di idee, al fine di poter creare quella necessaria “spinta innovativa” (anche politica) presso le istituzioni e gli enti regolatori predisposti, e proporre con forza il farmacista ospedaliero come figura chiave in ambito di appropriatezza prescrittiva, farmacovigilanza e risk management: tematiche che incidono in modo determinante sulla spesa sanitaria. Solo così, a mio parere, potremo trovare quello “spazio vitale” presso le istituzioni che, ancora, erroneamente, troppo poco viene a noi concesso. E mi sembra piuttosto chiaro che tale spinta possa essere esercitata solo attraverso la valorizzazione dei giovani colleghi, attualmente troppo sacrificati nel vortice della precarietà.


Qual è il ricordo più significativo nella tua vita professionale legato alla Società?(congresso, corsi di aggiornamento, attività di collaborazione)

Sorrento, 17° Congresso Nazionale, 19-21 ottobre 1989. Corsi FAD.


Vista anche l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e territoriale cosa ritieni utile suggerire ai giovani iscritti?

A volte risulta difficile dare consigli ai giovani colleghi, poiché sono molto più attenti alle evoluzioni del nostro mondo rispetto a quello che forse siamo noi con più esperienza. Ciò che mi sento di suggerire è di portare la competenza del farmacista all’interno delle Unità Operative delle Strutture Sanitarie, collaborare ed interfacciarsi con le varie figure professionali in ambito sanitario, condividere conoscenze ed apprenderne di nuove. La chiave per una nostra “evoluzione” professionale sta infatti nell’ “imporre” un taglio più clinico e meno “tecnico /impiegatizio” del nostro ruolo, cosa che è ampiamente nelle nostre competenze alla luce delle nozioni acquisite e delle tante esperienze compiute durante faticosi anni di studi e carriera.


Quale tema dei congressi annuali ritieni possa essere reiterato o ulteriormente approfondito nel corso di incontri o corsi specifici?

Senza dubbio il tema del farmacista clinico e di dipartimento dovrebbe essere affrontato con molta più decisione nelle sedi competenti ed in molte più occasioni. Dovrebbe, oltretutto essere ben normato e concretamente delineata questa figura, ancora frutto di “sogni” e “speranze” a cui aggrapparsi per un futuro ancora non si sa quanto lontano.
Sarebbe una svolta professionale storica, che renderebbe merito agli sforzi fatti dalla nostra categoria in tal senso e darebbe slancio nuovo alla nostra professione, assecondando quella richiesta di cambiamento che molti giovani colleghi, a ragione, chiedono. Tutto ciò in virtù delle competenze che il Farmacista possiede, e che, il più delle volte, vengono ignorate o, addirittura, negate dagli altri colleghi del SSN.