Cronaca del 36th Symposium della European Society of Clinical Pharmacy (ESCP)
Istanbul, Turchia, 25-27 ottobre 2007

Dal 25 al 27 ottobre si è svolto a Istanbul, in Turchia, il 36th European Symposium on Clinical Pharmacy, evento organizzato in collaborazione con la Turkish Pharmacist Association e con la facoltà di Farmacia dell’Università Marmara di Istanbul.
Il tema del congresso, “Implementing Clinical Pharmacy in Community and Hospital Settings: sharing the experience”, ha favorito un confronto, tra le diverse nazioni presenti, sul ruolo svolto dal farmacista clinico sia in ambito ospedaliero sia in quello territoriale; inoltre, lo scambio di esperienze e conoscenze che ne è scaturito ha avuto lo scopo di implementare e rafforzare la figura del farmacista clinico nel panorama sanitario europeo.
Il congresso è cominciato con un caloroso benvenuto musicale da parte del presidente del ESCP, il prof. Gert Laekeman, che, al suono della sua fisarmonica, ha dato l’avvio all’apertura dei lavori.
Successivamente il dott. Fikret Vehbi Izzettin, chair della commissione scientifica, e il dott. Mehmet Domac, presidente del simposio, hanno introdotto le letture plenarie programmate nella prima giornata del simposio.
Ciò che è subito emerso dai diversi interventi è stato il fatto che ogni nazione ha sviluppato, negli anni, una propria esperienza professionale, che si è differenziata e specializzata in accordo alle diverse realtà cliniche e alle esigenze dei propri servizi sanitari nazionali. La presentazione di diversi modelli sviluppati in altre realtà europee e la condivisione di progetti sperimentali già messi in atto in altre nazioni hanno consentito di trarre, dalla diversità delle esperienze esaminate, strumenti e stimoli atti a migliorare e implementare l’attività del farmacista clinico, specialmente in quelle aree dove ancora non è stato raggiunto un adeguato livello di affermazione.
Il programma scientifico è stato molto ricco di informazioni e aggiornamenti riguardanti gli sviluppi della pratica clinica farmaceutica e l’importanza di un collegamento efficiente tra l’ospedale e il territorio per garantire al paziente sia la continuità della cura medica, sia la continuità del supporto da parte dei clinici. Altri argomenti trattati durante il simposio sono stati la necessità di una competenza clinica in continuo aggiornamento, quale strumento necessario per lo svolgimento della nostra professione a livelli adeguati, e l’impegno, da parte del farmacista clinico, nella ricerca scientifica da intendersi come ulteriore ambito in cui fornire il proprio contributo professionale.
Il congresso si è articolato in 3 differenti sezioni in cui sono state presentate 6 letture plenarie, 23 comunicazioni orali e 13 workshop. Anche il numero dei lavori presentati attraverso poster è stato cospicuo, oltre ai 38 poster discussi durante le sezioni del “poster discussion forum”, sono stati presentati altri 157 abstract.
Nel corso della prima giornata del simposio, sono stati presentati diversi scenari europei, attraverso le esperienze sviluppate in Turchia, che ha puntato sulla formazione universitaria basata sulla farmacia clinica e sulla “pharmaceutical care”, in Norvegia, dove le prime esperienze sono nate nel campo della cura dell’asma e del diabete e si sono sviluppate al punto che oggi il farmacista clinico viene direttamente coinvolto nel processo decisionale della terapia per il singolo paziente, e in Italia, dove, grazie alla partnership con l’Università di Pittsburgh, è presente dal 1999 un Servizio di Farmacia Clinica che, nel corso degli anni, ha sempre più rafforzato la propria coscienza professionale acquistando piena fiducia da parte dello staff clinico e riuscendo ad affermare la necessità del farmacista clinico in diversi ambiti.
Durante la seconda giornata sono state presentate le esperienze dei colleghi di Francia e Inghilterra che hanno evidenziato l’importanza della collaborazione clinica tra farmacista ospedaliero e territoriale.
Secondo l’opinione di molti relatori, la formazione in ambito universitario e la pratica in ospedale e sul territorio sono elementi fondamentali per lo sviluppo e il progresso della farmacia clinica, per garantire un’assistenza migliore al paziente e un supporto professionale allo staff medico. Obiettivo comune, pertanto, è quello di migliorare le metodiche di insegnamento universitario, i curricula e le competenze professionali e promuovere la figura del farmacista in corsia.
L’ultima giornata è stata riservata al tema “Education and research in clinical pharmacy”, sottolineando la necessità di sviluppare studi osservazionali per evidenziare i benefici che il paziente può trarre attraverso gli interventi del farmacista clinico.
Tutte le giornate sono state accompagnate dai tradizionali workshop tenuti da esperti in vari settori che hanno permesso, attraverso il confronto, la discussione e il lavoro di gruppo, di perfezionare in modo pratico ed educativo alcuni aspetti peculiari della nostra professione che meritano un approfondimento competente.
La partecipazione al simposio da parte di farmacisti provenienti da diverse parti d’Europa e dagli USA è stata numerosa, in totale i partecipanti sono stati circa 500, di cui 15 italiani. Il gruppo italiano dei farmacisti clinici dell’ISMETT ha dato un considerevole contributo con ben 3 workshop sulla nutrizione enterale e parenterale del paziente critico, sull’immunosoppressione nei trapianti d’organo e sull’utilizzo della statistica nella pratica clinica.
Purtroppo, però, bisogna constatare che la presenza, da parte dei farmacisti italiani, ai congressi ESCP non è molto elevata, nonostante la SIFO, negli ultimi anni, abbia cercato di promuovere sempre più la partecipazione dei farmacisti a tali eventi, ritenendoli un’importante opportunità di crescita professionale e di scambio culturale; nonostante la SIFO abbia supportato i soci anche attraverso borse di studio e provvedendo all’accreditamento ECM, la partecipazione degli italiani risulta sempre di gran lunga inferiore a quella degli altri colleghi europei.
Infatti, in Italia ancora non sono numerose le esperienze di farmacia clinica, ma vedere, anno dopo anno, i progressi effettuati dai colleghi di altre nazioni è sicuramente incoraggiante e di stimolo per favorire la crescita di tali esperienze anche nella nostra realtà, sia per il nostro riconoscimento professionale ma soprattutto per i vantaggi di cui può beneficiare il paziente in termini di qualità, sicurezza ed efficacia delle terapie farmacologiche.
Pertanto, l’invito che rivolgiamo ai colleghi italiani è quello di farsi portavoce delle proprie esperienze ai prossimi eventi ESCP e di sfruttare queste occasioni di incontro e di scambio per presentare la propria realtà professionale in ambito clinico, che con coraggio e determinazione si sta sviluppando e affermando in diversi centri sanitari sia pubblici che privati.

Piera Polidori, Roberta Di Stefano
1Dipartimento Farmacia Clinica ISMETT Palermo
2General Committe ESCP