Il (Dottor) Parkinson

Laura Fabrizio
fabrizio.laura@aslrmc.it


“La scommessa è che le singole parole, quasi sussurrate, conservino il fascino
della narrazione, suscitando nel lettore il desiderio di leggere e ricercare, per propria
autonoma scelta, anche quello che è taciuto”.

Caratterizzata da rigidità muscolare e, al tempo stesso, da tremore quasi continuo. Il viso assume un’espressione fissa di stupore. Gli arti ed il collo scattano in movimenti improvvisi. L’andatura diventa stravagante, come se il paziente inseguisse a piccoli passi precipitosi qualcosa di inafferrabile. Si osservano inoltre: malessere generale; disturbi della sensibilità; alterazioni vasomotorie, trofiche, secretorie; disfagia, disartria. Nella fase terminale si ha deperimento organico talvolta cachessia, con edemi; escare; etc. L’evoluzione della malattia è molto lenta e può durare fino a vent’anni. Il paziente finisce con l’essere immobilizzato a letto o in poltrona. Spesso la morte sopravviene per una malattia intercorrente.
Questa è una delle tante sintetiche descrizioni della “Malattia di Parkinson” che il dottor James Parkinson, all’inizio nel 1817, chiamò “Paralysis Agitans” quando pubblicò il trattato  “An Essay on the Shaking Palsy” in cui descriveva  la nota malattia che più tardi  riceverà il suo nome, rendendolo  celebre  in tutto il mondo  - fu poi il neurologo francese Charcot, circa quarant’anni più tardi,  a rinominarla appunto “Morbo di Parkinson”.
Il suddetto trattato è riconosciuto come la più ampia e sottile opera di osservazione di un quadro clinico fino ad allora eseguita. Il saggio, infatti, darà subito l’avvio alla ricerca scientifica per individuare la cura. Dovranno passare cinquant’anni prima che venga scoperto l’alcaloide Hyoscina, primo farmaco antiparkinson sintomaticamente efficace, mentre alla Levodopamina si arriverà dopo un altro secolo ancora.
James Parkinson nasce a Londra l’11 Aprile del 1775. È il più grande dei tre figli di Jhon Parkinson, Farmacista e Chirurgo. Studia e si laurea in Medicina al “London Hospital Medical College” e nel 1784 inizia ad esercitare la professione nel natio sobborgo londinese di Hoxton.
I contemporanei lo descrivono come una persona dal carattere confidenziale ed amichevole, di grande disponibilità con i pazienti, esauriente nelle sue esposizioni. Di lui il dottor Kolbe disse:” <…. Aveva un’intelligenza acuta, cognizioni mediche al passo con i tempi ed umanità che si esprimeva nella sua sollecitudine verso gli adolescenti. Aveva una profonda conoscenza delle difficoltà di vita dei bambini. Si rendeva conto delle condizioni catastrofiche in cui vivevano: la mancanza di igiene, il lavoro minorile che assicurava spesso la sopravvivenza delle famiglie. Sapeva anche che soltanto l’istruzione poteva salvare i bambini da questo circolo vizioso>.
Tra i suoi lavori vi è un trattato dedicato alla formazione dei medici,  nel quale egli descrive  le attitudini indispensabili necessarie per esercitare la professione. Parkinson riteneva, inoltre, che la lettura di pubblicazioni scientifiche provenienti da altri Paesi fosse un’ottima abitudine e strumento per l’aggiornamento professionale.
Parkinson è, a tutti gli effetti, un medico della prevenzione:  a quei tempi le terapie ed i mezzi erano limitati nel numero e nelle possibilità e per questo le sue opere giovanili, che fornivano suggerimenti per mantenersi in buona salute, avevano un notevole valore. Già da allora Parkinson metteva in guardia la società dai pericoli dello stress, dai rischi dell’alcool e delle attività sportive praticate in modo molto intenso. Pubblica addirittura una guida che insegna come costruire cinti erniari da sé, con resti di pelle e pezzi di stoffa.
Noi oggi lo ricordiamo, soprattutto, per il suo studio fondamentale sulla “Paralisi Agitante”, ma non tutti sanno che il dottor James Parkinson, oltre ad essere un eccellente medico, studia e si interessa anche di Chimica, Farmacia, Geologia e Paleontologia. Un “Manuale Chimico” da egli scritto viene pubblicato per molti anni in varie edizioni.
È uno dei membri fondatori della Geological Society, nonché autore di un importante trattato: “Organic remains of a former World”, che continuerà ad essere  ristampato per oltre mezzo secolo. È lui, l’aspirante eponimo del Morbo di Parkinson, a suggerire all’amico reverendo Buckland il nome di “Megalosauro” da attribuire al dinosauro appena scoperto in una cava dell’Oxfordshire.
Parkinson ha anche un altro piccolo motivo per essere famoso: nel 1785 divenne forse l’unica persona a cui sia capitato di vincere all’asta un museo di storia naturale. Si trattava del museo londinese di Leicester Square, fondato da Sir Ashton Lever,  poi trascinato alla bancarotta dalla sfrenata mania di collezionare meraviglie naturali. Egli tenne il museo per vent’anni, fino al 1805, quando non fu più in grado di sostenere i costi; la collezione fu allora smembrata e venduta.
Della sua giovinezza sappiamo che fu anche un fervente attivista politico: aveva idee anticonformiste per la società inglese del tempo, vicine agli ideali della rivoluzione francese. Pubblicò numerosi pamphlet provocatori, sotto lo pseudonimo di “Old Hubert,” con titoli come: “Rivoluzione senza spargimento di sangue”. Fu membro di numerose società segrete, tra cui la “London Corresponding Society for Reform of Parliamentary Representation”, un’organizzazione famosa per essere stata coinvolta nel 1794 in un tentativo di colpo di Stato volto all’assassinio  di Re Giorgio III: una cospirazione alquanto folle detta <popgun plot> , ossia  <il complotto della pistola a salve>, giacché si prefiggeva di colpire il Sovrano alla nuca, mentre sedeva nel suo palco a teatro, sparandogli una freccia avvelenata con un’arma a salve. Parkinson fu trascinato davanti al Consiglio della Corona per essere interrogato; poco mancò che fosse spedito in catene in Australia, prima che le accuse a suo carico cadessero nel silenzio.
L’americano George Rowtree (1883-1952) nel 1912, sul n. 23  del  “Bollettino del John Hopkins Hospital”, pose il seguente titolo:  <Nato inglese, allevato inglese, dimenticato a lungo dall’Inghilterra e dal mondo. Tale è stato il destino di James Parkinson! >
Anche per questo, nel mio piccolo, oggi 11 Aprile, nella ricorrenza della sua nascita e giorno in cui si celebra la  “Giornata Mondiale del Parkinson”, ho pensato di ricordarlo, dalle pagine del nostro “Bollettino SIFO”, alle nuove generazioni di Medici, Farmacisti, Chimici, Geologi, Paleontologi e anche a tutti coloro che hanno contratto la patologia  da lui scoperta  e di cui per primo ne descrisse i sintomi.