Dati, analisi, specializzazione

Barbara Meini, Silvano Giorgi

meini8@interfree.it
s.giorgi@ao-siena.toscana.it

Alcune riflessioni su attività importanti del nostro lavoro quotidiano, per provare a capire la direzione da prendere per innovare veramente questa nostra professione di operatori al servizio del Sistema Sanitario.

La prima “Dati”.

Punto fondamentale del nostro lavoro, la loro raccolta, ricerca e comprensione.

È vero, siamo sommersi da dati, che leggiamo, che ascoltiamo, che ci vengono inviati dalle nostre Aziende e/o da strutture sovraziendali o addirittura di nostra produzione.

Tanti dati…troppi dati! (prima pausa di riflessione nella quale, magari con una bella tazza di caffè, thè, o quanto vi aggrada, vi invitiamo a pensare alla vostra realtà).

Ripartiamo.

Dobbiamo avere la capacità e la preparazione per poterli comprendere e non solo. Infatti oltre a capire di cosa si parla, dobbiamo anche avere la destrezza per poterli analizzare, gestire, comunicarli, il tutto a vari livelli. È assolutamente pacifico che il significato di un dato presentato in un contesto o in un altro, in un modo o in un altro, può cambiare drasticamente, o meglio può cambiare la sua lettura e comprensione (seconda pausa di riflessione nella quale concordare o meno. Finiamo pure la bevanda calda).

E ancora…

“Analisi”

Potremmo dire le stesse cose dette sopra, ma in questo caso il lavoro diventa un po’ più complesso: infatti devono essere ben conosciute le metodiche di analisi, e quest’ultima deve essere fatta al meglio, solo così potrà essere lo specchio reale di quanto vogliono (o vogliamo) rappresentare uno stato, un comportamento, un’attività ecc. (qui la pausa non occorre il concetto è semplice).

“Specializzazione”

La comprensione dei dati e dell’analisi effettuata è tanto maggiore quanto maggiore sarà la specializzazione del professionista deputato alla loro lettura o al loro trasferimento, atto a descrivere condizioni importanti. Tali condizioni possono essere economiche, epidemiologiche, al servizio della sostenibilità dei nostri sistemi e quant’altro giornalmente transita sulle nostre scrivanie.

Ecco che riteniamo opportuno riprendere concetti già espressi negli anni passati.

Concetti che riteniamo fondamentali per il futuro nostro e delle nostre professioni (pausa… risatina… pensiero: hanno sbagliato!!! Non nostre ma nostra… ah!ah!ah!).

Il plurale non è casuale, infatti non dobbiamo più pensare alla nostra professione come un puzzle di tutto un po’, ma dobbiamo ambire alla massima specializzazione, perché solo così saremo in grado di confrontarci con i clinici che, come ben sappiamo, hanno specializzazioni.

Ricapitolando dobbiamo essere in grado di “reggere botta” con un oncologo, un gastroenterologo, un infettivologo… Credete che questo sia possibile sapendo un po’ di tutto?

Francamente pensiamo di no, per questo esortiamo tutti i colleghi a specializzarsi in un campo della nostra poliedrica professione così da avere la capacità di leggere, produrre, gestire e analizzare i dati con i quali poter reggere il confronto con gli specialisti e i clinici con i quali giornalmente ci confrontiamo.

Così facendo saremo in grado di accreditarci, non solo nei confronti dei clinici, ma anche delle nostre direzioni alle quali avremo dimostrato di essere a nostra volta specialisti.

(Spazio per un pensiero personale)




Buona lettura

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