Italian Team nel 21° congresso EAHP: approccio europeo alla pharmaceutical care, il punto di vista degli specializzandi in farmacia ospedaliera dell’Università degli Studi di Bari

Chiara Lamesta, Marianna Fiore

Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera,
Università degli Studi di Bari

Dal 16 al 18 marzo 2016 si è tenuto a Vienna (Austria) il 21° Congresso EAHP (European Association Of Hospital Pharmacists- Associazione Europea di Farmacisti Ospedalieri), il cui tema è stato “Hospital pharmacists taking the lead-partnerships and technologies”. L’EAHP è il più grande congresso nell’ambito della farmacia ospedaliera in Europa e ospita farmacisti provenienti da tutto il mondo, offrendo loro la possibilità di conoscere altre realtà, condividere esperienze di pratica clinica e non solo.

Il programma scientifico si è focalizzato sul ruolo del farmacista ospedaliero all’interno di un team multidisciplinare, che coinvolga più professionisti sanitari e il paziente stesso, per giungere a decisioni migliori nell’ambito della Pharmaceutical Care, sull’importanza della disponibilità di nuove tecnologie e di nuovi farmaci biotecnologici, che il farmacista deve conoscere per fornire un valido supporto allo specialista che si appresta al loro utilizzo.

Gli obiettivi del 21° Congresso EAHP sono stati:

– Identificare nuovi bisogni educativi e preparare programmi didattici per andare incontro alle necessità dei professionisti;

– Fornire approcci scientifici al fine di supportare ed assistere i farmacisti nella assistenza al paziente e migliorare il loro ruolo professionale in ambito ospedaliero con il raggiungimento di nuovi traguardi;

– Evidenziare e promuovere la best practice, metodiche innovative e procedure che potranno essere messe in pratica;

– Promuovere la ricerca nel campo della farmacia ospedaliera.

Il Congresso si è articolato in sessioni plenarie, alternate a sessioni parallele diverse tra loro, suddivise per aree tematiche: collaborazione, tecnologia, farmacoterapia ed altre, tra cui workshops interattivi, dimostrando quanto la multidisciplinarietà sia una condizione trasversale necessaria per gestire le reali necessità dei pazienti.

La cerimonia di apertura, oltre il consueto benvenuto da parte del Presidente EAHP Joan Peppard, ha sottolineato l’importanza che il farmacista ospedaliero assume nell’assistenza terapeutica dei pazienti, poiché nella riconciliazione egli contribuisce al miglioramento dell’efficacia dei farmaci, ma anche della sua qualità di vita, in particolare se trattasi di patologie croniche. L’esperienza dell’Università di Montreal, ad esempio, ha visto il malato partecipe nel team multidisciplinare insieme con altri professionisti sanitari, dando una nuova visione della pratica clinica. Il farmacista può contribuire in questo nuovo approccio educativo, assumendo un ruolo significativo in questo “cambiamento culturale”.

Altro aspetto rilevante, per quanto concerne la collaborazione multidisciplinare, è stato valutare tramite una sessione interattiva il ruolo dei farmacisti ospedalieri ed altri operatori sanitari nel processo di ottimizzazione della terapia per un miglior benessere del paziente. Sono state affrontate diverse problematiche e quesiti, tra cui: Quali sono i vantaggi di questo servizio clinico e come possono essere valutati? Quali strumenti vengono utilizzati per l’ottimizzazione? Come i farmacisti possono collaborare con altri professionisti del settore sanitario a beneficio del paziente? Questo lavoro è reso grazie alla riconciliazione dei farmaci. Il seminario ha introdotto diverse metodiche utilizzate per l’ottimizzazione al fine di discutere gli effetti dei farmaci e come misurare questi effetti, mostrando i vantaggi e gli svantaggi.

La novità di questo Congresso EAHP è stata la sessione interattiva dedicata agli studenti in Farmacia Ospedaliera con annessa esercitazione e risoluzione di un caso clinico. Il workshop ha avuto inizio con l’introduzione di alcune definizioni e concetti alla base del nostro lavoro, oltre 20 anni fa infatti Hepler & Strand hanno pubblicato un documento fondamentale sulla filosofia di assistenza farmaceutica (Hepler & Strand, 1990), definito come: “.... disposizione della terapia farmacologica al fine di raggiungere risultati precisi che consentono di migliorare la qualità di vita del paziente.” Diversi modelli di assistenza farmaceutica si sono evoluti nel tempo, ciascuno di essi comporta un approccio sistematico focalizzato sul paziente ed è alla base di una filosofia solida e professionale della pratica farmaceutica. Come parte di questo processo, il farmacista ha bisogno di cooperare con il paziente e gli altri membri del team multi-disciplinare per progettare, implementare e monitorare la terapia farmacologica. Per standardizzare e aiutare il farmacista ospedaliero a garantire un determinato tipo di assistenza, le indicazioni sono state redatte in Scozia (CRAG, 1996). Si tratta di un approccio graduale, che si traduce nella formulazione di un piano di assistenza farmaceutica per il singolo paziente, identificando potenziali ed effettivi problemi di cura con azioni finalizzate a prevenire e spesso a risolverli. Questo workshop prevedeva la formazione di team che dovevano elaborare strategie di pharmaceutical care, provvedere alla riconciliazione della politerapia del paziente, valutando l’appropriatezza di ciascun farmaco, verificando la possibilità di interazioni tra farmaci e la presenza di effetti collaterali o indesiderati. Inoltre al termine dell’esercitazione era necessario indicare l’uso di farmaci o di interventi da effettuare per risolvere i problemi del paziente ed evitare possibili complicanze. Noi come team Italia abbiamo risolto le problematiche del caso clinico evidenziando gli switch terapeutici e stilando un programma di counselling per il paziente. Questo workshop ha avuto lo scopo di facilitare lo sviluppo e l’applicazione di conoscenze e competenze riferite all’assistenza farmaceutica, grazie ad un sistema interattivo che permetteva a noi specializzandi di intervenire e mettere in pratica le competenze acquisite durate il percorso formativo.

Di notevole rilevanza è stata la sessione dal titolo “Interchangeability of biologicals in the EU at the science, practice, ethics and cost side?”. Questo è oggi uno dei temi più discussi all’interno della nostra realtà, sia ospedaliera sia territoriale, perché con l’avvento dei farmaci biosimilari ci si chiede sempre più spesso se non sia il caso di utilizzarli in sostituzione agli originator senza vincoli normativi. Il focus di questa sessione era dunque il concetto di interscambiabilità/sostituzione di questa particolare tipologia di farmaci. È emerso che nella maggior parte dei paesi europei i farmaci biologici non sono interscambiabili tra loro, perché si tratta di farmaci con processi produttivi diversi e che potrebbero generare reazioni avverse ed intolleranze molto dannose per i pazienti. Trattandosi di molecole eterogenee ci sono numerose variabili (>10) che possono intervenire, durante la preparazione, durante l’allestimento e la somministrazione. Si è discusso anche sul termine “Biosimilarità” utilizzato nell’Unione Europea, per indicare la comparabilità tra un biosimilare e il suo medicinale di riferimento. I medicinali biosimilari sono sistematicamente sviluppati per essere fortemente simili al medicinale di riferimento in termini di qualità, sicurezza ed efficacia. Pertanto, l’introduzione dei farmaci biotecnologici ha rivoluzionato l’approccio terapeutico al trattamento di numerose affezioni gravi e potenzialmente letali, incluse alcune per le quali in passato non erano disponibili terapie o altre per cui le terapie esistenti non erano sufficientemente efficaci. La possibilità di disporre di farmaci “equivalenti” che permetta di ridurre i costi e il mantenimento della sostenibilità della spesa rappresenta un tema importante a breve-medio termine per i servizi sanitari pubblici e privati, è ragionevole ritenere che il progresso scientifico permetterà di ridurre le attuali aree di incertezza, consolidando la definizione di biosimilarità. Da qui, l’importanza della figura del farmacista ospedaliero che insieme agli altri specialisti deve essere in grado di valutare quali siano le migliori opportunità del paziente e l’effettiva sostenibilità di tali terapie da parte dell’ospedale/territorio. L’informazione è l’arma giusta per giungere a decisioni importanti.

La nostra prima partecipazione al Congresso EAHP ha avuto finalità molto importanti, prima tra tutti il confronto con realtà internazionali, con modelli di assistenza farmaceutica a volte sconosciuti o lontani da quelli che sono da noi utilizzati, la conoscenza delle grandi potenzialità e possibilità della nostra professione all’interno del sistema sanitario, di cui purtroppo spesso neanche noi ci rendiamo conto. Per questo è necessario per noi studenti prima studiare, capire e conoscere quello che possiamo fare concretamente, per migliorare l’assistenza farmaceutica e soprattutto per essere indispensabili all’interno di un team multidisciplinare. È una esperienza che ci ha dato più consapevolezza e voglia di fare grandi cose seppur nella nostra piccola realtà. Ci sentiamo dunque di consigliare vivamente la partecipazione dei colleghi tutti, anche per far sentire che l’Italia c’è, Italians do it better, enjoy!